Quando l’ansia aiuta la prestazione

da | Feb 6, 2025 | Psicologia

L’ansia può davvero supportarci nelle nostre prestazioni? A primo impatto, questa domanda può sembrare difficile da prendere sul serio, eppure la legge di Yerkes-Dodson ci dimostra che un livello moderato di attivazione può effettivamente aiutarci a migliorare la performance. Scopriamo insieme come e perché.

Cos’è l’ansia?

Prima di rispondere alla domanda iniziale, dobbiamo chiederci: cosa significa provare ansia?
L’ansia è un’emozione naturale che, come la paura, serve a segnalare una percezione di pericolo. Entrambe ci preparano ad agire per affrontare situazioni difficili, ma ci sono importanti differenze tra queste due emozioni.

La differenza tra paura e ansia

La paura: un pericolo chiaro e imminente

La paura si manifesta quando il pericolo è chiaro ed immediato.
Immagina di attraversare la strada e di vedere improvvisamente un’auto che spunta fuori dal nulla senza accennare a rallentare. In questo caso:

  • Il pericolo è concreto e presente;
  • La tua reazione deve essere immediata per metterti in salvo, senza riflettere troppo.

L’ansia: un pericolo incerto e anticipato

L’ansia, invece, riguarda una situazione meno definita, legata a un pericolo incerto o a un evento che potrebbe accadere in futuro.
Ad esempio, potresti essere sul marciapiede di fronte alle strisce pedonali, in attesa di attraversare, e notare un’auto in lontananza. A quel punto, potresti iniziare a chiederti:

  • “Mi avrà visto?”
  • “Rallenterà o potrebbe investirmi?”

In questo caso, il tuo stato di ansia anticipa il possibile pericolo, permettendoti di valutare le tue opzioni e prepararti a reagire.

Quando l’ansia provoca nervosismo senza una causa precisa

A volte, lo stato di nervosismo legato all’ansia non è immediatamente riconducibile a uno scenario specifico. In questi casi:

  • L’ansia può derivare da molteplici possibilità negative o catastrofiche che immaginiamo;
  • Non abbiamo la certezza che questi eventi accadranno, ma neanche che non accadranno.

Reazione immediata vs valutazione delle opzioni

Sia la paura che l’ansia sono legate a situazioni percepite come pericolose, ma le modalità di reazione sono diverse.

  • Con la paura, il corpo reagisce immediatamente per affrontare il pericolo senza riflettere troppo. Ad esempio, se sei nel mezzo delle strisce pedonali e un’auto non rallenta, ti sposterai velocemente per metterti in salvo.
  • Con l’ansia, invece, c’è spazio per riflettere e valutare diverse possibilità di azione. Immagina di essere sul marciapiede e vedere un’auto in lontananza:
    • Potresti pensare che l’auto è talmente lontana che hai comunque il tempo di attraversare in sicurezza;
    • Potresti decidere di attraversare più velocemente del solito;
    • Oppure potresti scegliere di aspettare che passi prima di muoverti.

Questa lista di esempi non è esaustiva, ma ogni scelta nasce dalla necessità di pensare alle possibili azioni da intraprendere. Questo processo è una conseguenza diretta dello stato di attivazione generato dal pensiero “Quella macchina rallenterà?”

Il ruolo dell’ansia: prepararsi al meglio

L’ansia, quindi, riguarda scenari di incertezza e possibile pericolo, permettendoci di prepararci per affrontarli al meglio delle nostre capacità. Nonostante possa sembrare fastidiosa, questa emozione è spesso fondamentale per valutare le nostre opzioni e mettere in atto strategie efficaci.

Quando l’ansia può esserci utile?

Ora che abbiamo chiarito cosa sia l’ansia, torniamo alla domanda iniziale: in che modo l’ansia può migliorare le nostre prestazioni?

Secondo la legge di Yerkes-Dodson, un livello moderato di ansia o attivazione migliora la performance. Questo fenomeno segue una curva a campana rovesciata:

evoluzione dell'ansia per la performance, grafico della legge di yerkes-dodson
  • Bassi livelli di ansia: la prestazione è scarsa perché manca la giusta spinta emotiva;
  • Livelli moderati di ansia: la prestazione raggiunge il suo picco, grazie a un equilibrio tra attivazione e capacità di concentrazione;
  • Livelli elevati di ansia: La performance crolla, perché l’ansia diventa ingestibile, portando a confusione e stress.

Perché funziona la legge di Yerkes-Dodson?

Quando proviamo ansia, il nostro corpo si prepara a reagire:

  • Il battito cardiaco accelera;
  • La respirazione diventa più rapida;
  • I muscoli si tendono.

Questi cambiamenti fisiologici ci rendono pronti all’azione. Allo stesso tempo, la nostra attenzione si restringe, concentrandosi su ciò che ci preoccupa. Questo stato di attivazione moderata ci spinge a focalizzarci sul compito da affrontare, migliorando la nostra efficienza.

Esempi pratici di ansia da prestazione positiva

Hai mai dovuto affrontare un esame o un colloquio di lavoro? Probabilmente hai provato una leggera ansia, chiedendoti:

  • “E se chiedessero proprio quell’argomento che ricordo meno?”
  • “E se il reclutatore mi chiedesse di svolgere un compito pratico?”

Ecco che l’ansia comincia a manifestarsi; è importante superare l’esame, è importante fare un buon colloquio di lavoro ed essere assunti, ma potrebbe non accadere, il possibile pericolo comincia a spuntare fuori non appena sappiamo di dover affrontare quel compito.

Ed ecco qui il collegamento con la legge di Yerkes-Dodson e alla spinta positiva che l’ansia ti ha dato per migliorare la tua prestazione:

  • Se non avessimo provato quella sensazione di ansia in vista della fatidica data, non ci saremmo preparati allo stesso modo; 
  • Se durante l’esame non fossi stato vigile e focalizzato sulle domande, non sarei stato in grado di rispondere

Senza quell’attivazione, avresti potuto sottovalutare l’importanza del compito o non prepararti adeguatamente.

Il perfezionismo e la gestione dell’ansia

Spesso ci diciamo che vorremmo non provare mai più ansia, immaginando che la nostra vita sarebbe più semplice e serena senza questa emozione. Ma è davvero così?

Cosa accadrebbe senza ansia?

Proviamo a immaginare un mondo senza ansia:

  • Prepararsi per un esame: Che senso avrebbe studiare per un esame, soprattutto se la materia non ci interessa particolarmente?
  • Essere vigili in situazioni importanti: Quanto saremmo attenti durante un colloquio di lavoro o una presentazione, senza quel pizzico di attivazione che ci mantiene concentrati?

La verità è che l’ansia, quando è moderata, è utile. Eliminarla completamente non solo è irrealistico, ma può portare a una grande frustrazione.

Quando l’ansia diventa un problema

Ovviamente, ci sono situazioni in cui l’ansia raggiunge livelli invalidanti, interferendo con la nostra vita privata o professionale.

  • In questi casi, l’ansia può trasformarsi in un disturbo psicologico che richiede l’aiuto di un professionista;
  • Un percorso terapeutico può aiutarti a gestire l’ansia e riportarla a livelli sostenibili, restituendoti equilibrio e benessere.

Come possiamo gestire l’ansia?

La chiave per affrontare l’ansia non è cercare di eliminarla, ma imparare a comprenderla e gestirla. Questo processo inizia con una domanda fondamentale: Cosa in quella situazione mi sta facendo sentire così?

Esercizio pratico: osservare e annotare

Un modo utile per iniziare è osservare i tuoi pensieri e annotarli su un quaderno:

  1. Quando provi ansia, chiediti quali pensieri o scenari stai immaginando.
  2. Scrivi cosa percepisci come il possibile pericolo.

Esempi di pensieri comuni:

  • “Cosa penseranno i miei genitori o i miei compagni se non supero l’esame?”
  • “Se non passo questo colloquio, non troverò un’altra opportunità.”

Annotare questi pensieri ti aiuterà a dare un nome alle tue emozioni e a iniziare a decifrare il tuo mondo interiore.

Ridimensionare i pericoli percepiti

Una volta identificati i tuoi pensieri, chiediti:

  • “Davvero non superare questo esame significa che sono incompetente?”
  • Oppure: “Potrei semplicemente non essere andato bene in questa singola prestazione, ma questo non definisce la mia competenza generale.”

Ristrutturare il tuo dialogo interno ti permette di ridimensionare i pericoli percepiti e affrontare le situazioni con maggiore serenità.

Comprendere e accogliere l’ansia

L’ansia non è un nemico da combattere o eliminare, ma un’emozione con uno scopo preciso: segnalarci una situazione di possibile pericolo o incertezza.

Imparare a osservare l’ansia senza giudicarla ci permette di:

  • Riconoscere quando ci sta spingendo ad agire;
  • Comprendere gli scenari che questa emozione ci presenta;
  • Mettere in discussione i pensieri catastrofici o irrealistici.

La gestione dell’ansia diventa più efficace quando ci approcciamo a questa emozione con curiosità attiva, chiedendoci:

  • “Cosa mi spaventa davvero in questa situazione?”
  • “Questo pensiero è basato su fatti o solo su timori infondati?”

Ad esempio, riconoscere che fallire un esame non definisce il tuo valore complessivo ti aiuta a ridimensionare il pericolo e a concentrarti su ciò che puoi fare per migliorare.

Comprendere l’ansia significa accoglierla come una parte naturale di noi stessi. Non è qualcosa da temere o da eliminare a tutti i costi, ma un’alleata che può spingerci a migliorare e ad affrontare le sfide con maggiore consapevolezza.

Un percorso di supporto psicologico può aiutarti a comprendere come l’ansia non sia un’emozione da scacciare ma un’esperienza comune e che non deve bloccarci. Contattami per trovare assieme il tuo modo migliore per gestire l’ansia e trovare un maggior benessere psicologico.

Autore

MI chiamo Alessandro Campolmi, lavoro come psicologo clinico e della salute a Firenze, città dove vivo, svolgendo sedute anche in modalità Online. Nel corso della vita talvolta andiamo incontro a dei cambiamenti ai quali ci è difficile far fronte, stentando a ritrovare un nuovo equilibrio e ad adattarci alla nuova situazione nella quale ci troviamo. In casi come questo intraprendere un percorso con uno psicologo può essere una valida opzione per scoprire le strategie a noi più congeniali per affrontare al meglio quelle difficoltà. Fornisco supporto nella gestione di sintomi ansiosi, depressivi, situazioni di stress, momenti di crisi o cambiamenti importanti nel corso della vita così come nel miglioramento del benessere psicologico e dell’autostima. Offro uno spazio dove poter comprendere assieme le difficoltà che stai vivendo, l’esplorazione e la maggior conoscenza dei tuoi pensieri ed emozioni, svolta con curiosità e senza giudizio alcuno, che ti aiuterà a trovare il cambiamento di cui hai bisogno. Oltre alle tecniche di colloquio utilizzo la Mindfulness come strumento efficace per il miglioramento del benessere, la gestione di sintomi ansiosi e dello stress. L’obiettivo è quello di ritrovare il proprio equilibrio, forti della conoscenza e delle tecniche apprese nel percorso insieme per gestire meglio sia le difficoltà presenti che quelle future.