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L’ansia può davvero supportarci nelle nostre prestazioni? A primo impatto, questa domanda può sembrare difficile da prendere sul serio, eppure la legge di Yerkes-Dodson ci dimostra che un livello moderato di attivazione può effettivamente aiutarci a migliorare la performance. Scopriamo insieme come e perché.
Prima di rispondere alla domanda iniziale, dobbiamo chiederci: cosa significa provare ansia?
L’ansia è un’emozione naturale che, come la paura, serve a segnalare una percezione di pericolo. Entrambe ci preparano ad agire per affrontare situazioni difficili, ma ci sono importanti differenze tra queste due emozioni.
La paura si manifesta quando il pericolo è chiaro ed immediato.
Immagina di attraversare la strada e di vedere improvvisamente un’auto che spunta fuori dal nulla senza accennare a rallentare. In questo caso:
L’ansia, invece, riguarda una situazione meno definita, legata a un pericolo incerto o a un evento che potrebbe accadere in futuro.
Ad esempio, potresti essere sul marciapiede di fronte alle strisce pedonali, in attesa di attraversare, e notare un’auto in lontananza. A quel punto, potresti iniziare a chiederti:
In questo caso, il tuo stato di ansia anticipa il possibile pericolo, permettendoti di valutare le tue opzioni e prepararti a reagire.
A volte, lo stato di nervosismo legato all’ansia non è immediatamente riconducibile a uno scenario specifico. In questi casi:
Sia la paura che l’ansia sono legate a situazioni percepite come pericolose, ma le modalità di reazione sono diverse.
Questa lista di esempi non è esaustiva, ma ogni scelta nasce dalla necessità di pensare alle possibili azioni da intraprendere. Questo processo è una conseguenza diretta dello stato di attivazione generato dal pensiero “Quella macchina rallenterà?”
L’ansia, quindi, riguarda scenari di incertezza e possibile pericolo, permettendoci di prepararci per affrontarli al meglio delle nostre capacità. Nonostante possa sembrare fastidiosa, questa emozione è spesso fondamentale per valutare le nostre opzioni e mettere in atto strategie efficaci.
Ora che abbiamo chiarito cosa sia l’ansia, torniamo alla domanda iniziale: in che modo l’ansia può migliorare le nostre prestazioni?
Secondo la legge di Yerkes-Dodson, un livello moderato di ansia o attivazione migliora la performance. Questo fenomeno segue una curva a campana rovesciata:
Quando proviamo ansia, il nostro corpo si prepara a reagire:
Questi cambiamenti fisiologici ci rendono pronti all’azione. Allo stesso tempo, la nostra attenzione si restringe, concentrandosi su ciò che ci preoccupa. Questo stato di attivazione moderata ci spinge a focalizzarci sul compito da affrontare, migliorando la nostra efficienza.
Hai mai dovuto affrontare un esame o un colloquio di lavoro? Probabilmente hai provato una leggera ansia, chiedendoti:
Ecco che l’ansia comincia a manifestarsi; è importante superare l’esame, è importante fare un buon colloquio di lavoro ed essere assunti, ma potrebbe non accadere, il possibile pericolo comincia a spuntare fuori non appena sappiamo di dover affrontare quel compito.
Ed ecco qui il collegamento con la legge di Yerkes-Dodson e alla spinta positiva che l’ansia ti ha dato per migliorare la tua prestazione:
Senza quell’attivazione, avresti potuto sottovalutare l’importanza del compito o non prepararti adeguatamente.
Spesso ci diciamo che vorremmo non provare mai più ansia, immaginando che la nostra vita sarebbe più semplice e serena senza questa emozione. Ma è davvero così?
Proviamo a immaginare un mondo senza ansia:
La verità è che l’ansia, quando è moderata, è utile. Eliminarla completamente non solo è irrealistico, ma può portare a una grande frustrazione.
Ovviamente, ci sono situazioni in cui l’ansia raggiunge livelli invalidanti, interferendo con la nostra vita privata o professionale.
La chiave per affrontare l’ansia non è cercare di eliminarla, ma imparare a comprenderla e gestirla. Questo processo inizia con una domanda fondamentale: Cosa in quella situazione mi sta facendo sentire così?
Un modo utile per iniziare è osservare i tuoi pensieri e annotarli su un quaderno:
Esempi di pensieri comuni:
Annotare questi pensieri ti aiuterà a dare un nome alle tue emozioni e a iniziare a decifrare il tuo mondo interiore.
Una volta identificati i tuoi pensieri, chiediti:
Ristrutturare il tuo dialogo interno ti permette di ridimensionare i pericoli percepiti e affrontare le situazioni con maggiore serenità.
L’ansia non è un nemico da combattere o eliminare, ma un’emozione con uno scopo preciso: segnalarci una situazione di possibile pericolo o incertezza.
Imparare a osservare l’ansia senza giudicarla ci permette di:
La gestione dell’ansia diventa più efficace quando ci approcciamo a questa emozione con curiosità attiva, chiedendoci:
Ad esempio, riconoscere che fallire un esame non definisce il tuo valore complessivo ti aiuta a ridimensionare il pericolo e a concentrarti su ciò che puoi fare per migliorare.
Comprendere l’ansia significa accoglierla come una parte naturale di noi stessi. Non è qualcosa da temere o da eliminare a tutti i costi, ma un’alleata che può spingerci a migliorare e ad affrontare le sfide con maggiore consapevolezza.
Un percorso di supporto psicologico può aiutarti a comprendere come l’ansia non sia un’emozione da scacciare ma un’esperienza comune e che non deve bloccarci. Contattami per trovare assieme il tuo modo migliore per gestire l’ansia e trovare un maggior benessere psicologico.