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A tutti noi, in misura diversa, è capitato di trovarci in una situazione in cui abbiamo temuto di ricevere un giudizio negativo da parte di altre persone. Magari ci siamo sentiti in difficoltà ad esporci per paura di essere criticati. Ma perché ci preoccupa così tanto il giudizio degli altri? È davvero così importante o possiamo imparare a viverlo con più leggerezza? E come possiamo farci condizionare di meno? In questo articolo cerchiamo di rispondere a queste domande.
Preoccuparsi del giudizio degli altri è qualcosa che riguarda tutti noi sebbene in forme e gradi diversi. A seconda del contesto o dell’argomento, possiamo essere più o meno sensibili alle opinioni o critiche degli altri. È importante riconoscere che il giudizio altrui fa parte della nostra esperienza emotiva e sociale, e non è qualcosa da eliminare del tutto. In parte, sarà sempre presente: il confronto con gli altri ci aiuta anche a capire meglio noi stessi.
Pensiamo, ad esempio, a una situazione in cui ci confrontiamo con amici fidati su un momento difficile. Chiedere un consiglio o un parere implica anche considerare il loro punto di vista, che può contenere un giudizio — ma non per questo lo evitiamo, anzi, lo ricerchiamo perché ci aiuta a riflettere.
Appartenere a un gruppo, che sia ristretto o più ampio, implica inevitabilmente chiederci quale percezione gli altri abbiano di noi.
Se, in un gruppo di amici a cui tengo molto, voglio essere visto come una persona affidabile e disponibile, potrei sentirmi a disagio se agissi in modo incoerente con quell’immagine. Potrei provare ansia, vergogna o senso di colpa.
Queste sono emozioni sociali che ci segnalano qualcosa: la vergogna, ad esempio, nasce dalla sensazione di aver violato norme condivise; la colpa, invece, dalla percezione di aver danneggiato qualcuno e ci motiva a rimediare.
Queste emozioni ci aiutano ad orientarci nelle relazioni. Il problema nasce quando la paura di essere giudicati negativamente diventa così forte da bloccarci, impedirci di esprimerci o agire secondo il nostro sentire.
La paura del giudizio ha una base evolutiva. In passato, l’esclusione da un gruppo poteva compromettere la sopravvivenza. Ancora oggi, temere di essere criticati o respinti può attivare in noi emozioni intense come vergogna o paura, che ci spingono a “correggere il tiro” per mantenere le relazioni importanti.
Tuttavia, non temiamo il giudizio in ogni situazione: solitamente lo sentiamo in contesti per noi significativi o con persone che consideriamo importanti. Per questo è utile chiederci: “Che cosa temo davvero?”. È il giudizio in sé, o le sue possibili conseguenze? Cosa accadrebbe se ricevessi davvero quel giudizio negativo? Quale sarebbe la cosa peggiore che potrebbe accadere in quella situazione?
Per esempio, potremmo accorgerci che il giudizio ci preoccupa soprattutto in ambiti legati alla performance, come scuola o lavoro, ma meno in ambito amicale. Riflettere su questo può aiutarci a comprendere meglio le nostre vulnerabilità: cosa significherebbe per me ricevere un giudizio negativo in quella situazione? Cosa temo che accadrebbe davvero?
A volte, alla base della paura c’è l’idea che un singolo errore possa compromettere la nostra immagine complessiva. Questo alimenta ansia e insicurezza, specialmente se pensiamo di dover essere perfetti per essere accettati.
Un esempio classico è la convinzione che non dovremmo mai apparire nervosi durante una presentazione o un esame. Se crediamo che mostrarci imperfetti sia un segno di incompetenza, vivremo ogni piccolo errore con un senso di fallimento molto forte.
Questo può portarci a monitorare eccessivamente noi stessi: ci controlliamo, ascoltiamo se la voce trema, se arrossiamo, se il cuore batte forte. Ma questo auto-monitoraggio accentua proprio le sensazioni che vogliamo evitare, creando un circolo vizioso.
Non possiamo porci come obiettivo quello di non essere mai giudicati. Il giudizio degli altri non è sotto il nostro controllo. Allo stesso modo, non possiamo pretendere di non rimanerne mai colpiti: un’opinione negativa su un ambito per noi importante, o da parte di una persona significativa, può essere dolorosa ma il nostro obiettivo deve essere quello di trovare le modalità per gestirla in maniera funzionale. È inoltre importante tenere a mente che evitare le situazioni in cui potremmo essere sottoposti al giudizio degli altri continuerà a mantenere la nostra paura, impedendoci di mettere alla prova o verificare gli scenari spaventosi legati al giudizio.
Spesso interpretiamo un giudizio negativo come una conferma dei nostri peggiori timori (“Non sono all’altezza”, “Sono incapace”). Imparare a riconoscere questi pensieri e metterli in discussione è essenziale, in quanto ci aiuta a comprendere quali situazioni e interazioni innescano un dialogo interiore spesso critico e negativo che possiamo apprendere a identificare e ridiscutere senza necessariamente considerarlo assolutamente vero.
“Il mio collega ha detto che la presentazione del lavoro che ho preparato non gli sembra convincente. Questo significa che pensa che io sia un’incompetente e probabilmente ne parlerà anche con gli altri e farò una pessima figura con tutti” questo pensiero vorrebbe essere riformulato così “Il mio collega ha detto che la presentazione del lavoro che ho preparato non gli sembra convincente. Ha riportato un’opinione su questa presentazione che sto preparando, non su tutto il mio lavoro. Inoltre la singola prestazione non va a identificare tutta la mia competenza professionale. Guarderò se effettivamente sento che posso rendere la mia presentazione più interessante o se riguardandola effettivamente la reputo giusta così com’è. Inoltre, non ha motivo per mettersi a parlare della mia presentazione con gli altri, e se anche lo facesse gli altri mi conoscono e sanno come lavoro.”
Imparare a identificare e ridiscutere i pensieri che abbiamo in situazioni in cui ci sentiamo giudicati diventa un prezioso strumento per aiutarci a ridiscutere e modificare il dialogo interno.
La mindfulness ci aiuta a restare presenti nel momento, a osservare emozioni e pensieri senza identificarci totalmente in essi. Può aiutarci a non farci travolgere dal dialogo interno negativo e a tollerare meglio l’ansia legata all’esposizione.
Grazie alla Mindfulness impariamo a non identificarci con i pensieri negativi che possiamo avere in situazioni in cui proviamo una sensazione di giudizio da parte degli altri, apprendendo l’importante nozione che noi non siamo i nostri pensieri e non dobbiamo identificarci con essi, riuscendo quindi a viverli in maniera più consapevole e distaccata, comprendendo che è un pensiero esattamente come tutti quelli che vengono e compaiono nella nostra mente nell’arco della giornata
Esporsi gradualmente a situazioni che temiamo può aiutarci a “testare” le nostre convinzioni. Confrontarci con amici o colleghi di fiducia può normalizzare queste paure: magari scopriremo che anche loro temono il giudizio in altri contesti, o che il nostro errore non è stato notato come pensavamo. Identificare situazioni che sentiamo di poter affrontare per mettere alla prova il nostro timore del giudizio per farci fare esperienza di come piccoli errori o confronti non portino alle conseguenze negative che ci siamo prefigurati. Identificare queste situazioni o le persone con cui ci sentiamo a nostro agio nel confrontarci rispetto a questa nostra paura, supportati da tecniche di gestione dell’ansia, può aiutarci a mettere alla prova i nostri timori contribuendo a ridurli significativamente.
Fare piccoli errori, mostrare incertezza o non rispettare uno standard elevatissimo può diventare un’occasione per rivedere le nostre aspettative. Possiamo chiederci:
“Le conseguenze che temevo si sono davvero verificate?”
Spesso, ci accorgiamo che l’altro ha reagito in modo più neutro o comprensivo di quanto pensassimo. Alti standard di perfezione, i forti livelli di autocritica rispetto alle nostre performance si legano a una forte paura del giudizio per questo osservare, come anche gli errori o il mancato raggiungimento di performance molto elevate non venga accolto negativamente. E a questo si aggiunge una nuova possibilità: se non fosse così grave sbagliare cosa potrei fare con più leggerezza?
Il timore del giudizio è qualcosa con cui tutti, in modi e momenti diversi, ci confrontiamo. In certi periodi può diventare più forte, soprattutto quando tocca ambiti per noi importanti. Quando però inizia a condizionare troppo le nostre scelte o ci porta ad evitare situazioni che vorremmo vivere, forse è il momento di fermarci a riflettere.
Diventare più consapevoli di ciò che ci spaventa, osservare come ci parliamo nei momenti di difficoltà e trovare modi più gentili per stare con quello che proviamo può aiutarci a vivere con più libertà.Se senti che è un tema che ti riguarda e hai voglia di lavorarci, anche insieme, è possibile farlo all’interno di un percorso di supporto psicologico con un professionista. Un’occasione per ascoltarti meglio, esplorare le tue emozioni e trovare insieme le modalità per gestirle in maniera più serena.