L’eiaculazione precoce è una delle disfunzioni sessuali riconosciute dalla più recente e aggiornata versione pubblicata del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5).
Il manuale include determinati criteri diagnostici in merito a tale disfunzione sessuale, ma bisogna sottolineare che la difficoltà o il disagio riferito dal paziente spesso è il vero elemento da cui parte la richiesta e l’eventuale trattamento.
Con la più recente definizione di un criterio quantitativo (circa 1 minuto) la prevalenza generale diagnostica è di circa 1-3% ma può aumentare con l’età e si stima che nella popolazione generale (a livello internazionale) più del 20-30% degli uomini tra i 18 e i 70 anni sostiene di aver preoccupazioni riguardo la rapidità di eiaculazione.
Eiaculazione precoce: definizione
Il quadro clinico viene definito come “una modalità permanente o ricorrente di eiaculazione che si verifica durante i rapporti sessuali, circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri”. Bisogna evidenziare che tale definizione può essere applicata ad individui impegnati in attività sessuali non intravaginali ma non sono stati stabiliti specifici criteri di durata per queste attività.
Il DSM-5 specifica anche che il sintomo deve persistere per un minimo di 6 mesi e manifestarsi frequentemente (almeno nel 75% dei casi) nel corso dei rapporti sessuali. Inoltre, il sintomo non può essere attribuito ad altre cause (altri disturbi mentali, malattie organiche, fattori relazionali gravi, stress, uso di sostanze/farmaci etc.) per poter essere definito d’origine “psicogena” e deve causare disagio significativo nell’individuo.
Seppur il DSM-5 evochi un linguaggio etero-normativo (in relazione al criterio quantitativo di “latenza eiaculatoria intravaginale”) la definizione del disturbo, basata sulla durata della latenza eiaculatoria, può essere applicata ad individui di vario orientamento sessuale, in quanto la latenza eiaculatoria sembra simile tra individui di differenti orientamenti sessuali e tra un’ampia varietà di attività sessuali.
Fattori di supporto e mantenimento della diagnosi
Tra i principali elementi di supporto della disfunzione sessuali bisogna considerare: 1 – fattori riguardanti il/la partner (ad es. problemi sessuali del partner o condizioni di salute), 2 – fattori relazionali (variazioni nel desiderio sessuale e scarsa comunicazione), 3 – vulnerabilità individuale (storia di abuso ad es.), 4 – fattori culturali o religiosi (spesso causa di inibizioni e/o divieti circa l’attività sessuale), 5 – fattori medici ed organici, 6 – comorbilità psichiatrica (ad es. depressione, ansia).
Cultura di riferimento
È estremamente importante considerare ciò che la propria cultura di riferimento identifica come “normale latenza eiaculatoria” in quanto la percezione di essa può variare molto in base al proprio contesto di riferimento. In alcuni Paesi o religioni la differenza può essere giustificata dal differente contesto e ambiente, pertanto non esiste un’univoca ed assoluta definizione di “normale latenza eiaculatoria”. A tal proposito, il criterio del “disagio clinicamente significativo” determina una variabile cruciale nello stabilire il tipo di trattamento e di approccio alla richiesta del paziente.
Bisogna anche ricordare che individui che soffrono di eiaculazione precoce e relativi partner possono percepire diversamente ciò che costituisce una “normale latenza eiaculatoria”. Alcuni partner di individui con eiaculazione precoce possono riferire disagio e diminuzione della soddisfazione sessuale, mentre altri partner ritengono i rapporti sessuali come soddisfacenti ed accettabili nonostante una più breve durata percepita o riferita da parte del proprio partner.
Nelle sue forme più drastiche l’eiaculazione precoce, spesso associata ad un funzionamento ansioso, bassa autostima o quadri clinici ansioso-depressivi, può determinare un importante evitamento delle attività sessuali o problemi relazionali (Symonds, Roblin, Hart & Althof, 2003; Patrick, Althof et al., 2005; Rowland et al., 2007). Essa è anche in comorbilità con problemi di erezioni, spesso rendendo difficile la diagnosi e la valutazione. Forme di eiaculazione precoce possono essere permanenti (presenti sin dalle prime attività sessuali) o acquisite (dopo un certo periodo di attività sessuale).
Trattamento dell’eiaculazione precoce
Molte ricerche suggeriscono l’efficacia di un approccio combinato tra un trattamento farmacologico ed uno psicologico (Gillman N. & Gillman M., 2019) in quanto spesso la causa può essere di natura multifattoriale.
Tale trattamento combinato eviterebbe l’uso esclusivo di farmaci, invalidando la risposta emotiva associata e il potenziale ruolo di fattori di mantenimento di natura relazionale o interpersonale.
Altri studi evidenziano come il trattamento psicologico possa essere una prima opzione per pazienti con una eiaculazione precoce psicogena “priva” di fattori organici (Chung et al., 2015), specialmente per evitare effetti collaterali della farmacoterapia e per consentire un più efficace metodo di gestione del disagio associato al proprio soddisfacimento sessuale. Un approccio esclusivamente comportamentale può risultare più meccanico ed intrusivo, se non sostenuto da un intervento psicologico e/o farmacologico.
Tra i rimedi farmacologici più efficaci si segnalano: tramadolo, antidepressivi a base serotoninergica (SSRI) anestetici locali e inibitori della fosfodiesterasi-5.
Un approccio che si è rivelato molto efficace è determinato da una combinazione di lavoro comportamentale/mansionale e da una componente di lavoro psicologico, quale la Terapia Mansionale Integrata (TMI) che si basa sugli studi di Masters e Johnson (1970) e di Kaplan (1987). Si tratta di una terapia breve mirata allo specifico scopo di migliorare l’intimità dei partner tramite un lavoro basato sull’esposizione alle emozioni associate all’attività sessuale ed una parte psicoeducativa.
Il trattamento viene adoperato tramite determinati compiti di coppia o individuali che mirano a migliorare la consapevolezza dei pazienti per facilitare un processo di cambiamento ed un miglioramento del benessere psicofisico e sessuale.
Conclusioni
Se ritieni di soffrire di eiaculazione precoce o se hai spesso forti preoccupazioni o pensieri intrusivi al riguardo che sono causa di disagio personale e/o di coppia il primo passo per cercare di risolvere il problema è cercare un professionista al riguardo che possa aiutarti nell’orientarti circa un eventuale trattamento. Una visita medica specialistica è fortemente consigliata per prendere in considerazione e/o escludere eventuali fattori di natura organica.
Fonti
Gillman & Gillman, Premature Ejaculation: Aetiology and Treatment Strategies, 2019
Chung et al., Premature ejaculation: A clinical review for the general physician, 2015
Patrick, Althof et al., Premature Ejaculation: An Observational Study of Men and Their Partner, 2005 (link)
Symonds et al., How Does Premature Ejaculation Impact a Man’s Life, 2003 (link)
Rowland et al., The Psychological Burden of Premature Ejaculation, 2007. (link)