I disturbi ossessivo-compulsivi vengono spesso associati ad una forte componente ansiosa che può interferire notevolmente con la vita quotidiana sociale, interpersonale e lavorativa. In particolare interferisce se a tale componente si aggiungono un insieme di determinate risposte (tramite azioni o comportamenti fisici e/o mentali) che risultano “efficaci” nel breve termine, ma disfunzionali a lungo termine in quanto disadattivi, talvolta dannosi per la salute del soggetto, ripetitivi e che possono prendere anche molto tempo nel corso della giornata di un individuo.
Il DSM-5 introduce una categoria specifica per tutti i disturbi nello spettro ossessivo-compulsivo e correlati, tra cui: il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), il Disturbo di Dismorfismo Corporeo, il Disturbo da Accumulo, la Tricotillomania (o Disturbo da Strappamento di Peli), il Disturbo da Escoriazione, il Disturbo Ossessivo Compulsivo Indotto da Sostanze/Farmaci e il Disturbo Ossessivo-Compulsivo Dovuto ad Altra Condizione Medica, Senza Specificazione o Con Altra Specificazione.
Definizioni
La caratteristica principale di questi quadri clinici è la presenza di ossessioni e/o compulsioni. Entriamo nello specifico spiegando cosa significano questi due termini.
Cos’è un’ossessione
Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti. Sono elementi di natura psichica che sono vissuti come intrusivi, indesiderati dal soggetto e che spesso sono associati, per tale motivo, ad angoscia, ansia o disagio, a seconda dell’intensità con cui vengono vissuti e percepiti.
Cos’è una compulsione
Le compulsioni sono dei comportamenti o delle azioni mentali ripetitive che l’individuo percepisce come costretto ad agire, in risposta alle ossessioni o secondo regole che vanno applicate in maniera estremamente rigida.
Tale definizione si applica in risposta alle ossessioni (ad es. alle preoccupazioni più o meno ricorrenti del soggetto) o anche all’impossibilità di interrompere un comportamento ripetitivo, spesso focalizzato sul corpo, come strapparsi i peli o stuzzicarsi la pelle.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo: di cosa si tratta
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è un quadro clinico caratterizzato dalla presenza di ossessioni, compulsioni o entrambi. Le prime sono definite come un insieme di pensieri, impulsi o immagini mentali ricorrenti e persistenti. Le altre sono azioni o pensieri messi in atto nel tentativo di ignorare o sopprimere le ossessioni, le quali sono considerate intrusive e indesiderate. Questo processo genera ansia e forte disagio in chi lo mette in atto.
Più nel dettaglio, le compulsioni sono azioni ripetitive (ad es. lavarsi le mani, riordinare) o azioni mentali (es. contare, ripetere, pregare etc.) che l’individuo sente come necessarie ed obbligatorie per rispondere all’ossessione, cercando di prevenire l’ansia associata.
Tuttavia, non c’è un collegamento realistico tra tali ossessioni e i comportamenti compulsivi in risposta o non c’è proporzione.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo nei bambini spesso si manifesta affiancato da una mancata capacità di articolare le ragioni di questi comportamenti.
Uno dei primi motivi per cui si ritiene necessario il trattamento di tale disturbo è che i sintomi consumano tempo quotidianamente (più di un’ora al giorno) e causano disagio al soggetto o ne limitano il funzionamento, non spiegati meglio da sostanze, farmaci o altri problemi medici o mentali. Possono essere associati anche dei tic e livello motorio e il pensiero ossessivo alla base può risultare talmente grave da essere delirante (il soggetto è assolutamente sicuro che tali convinzioni siano vere).
Il Contenuto delle Ossessioni-Compulsioni
Il contenuto specifico delle ossessioni e delle compulsioni è estremamente vario.
Temi comuni però sembrano essere:
- la pulizia, ad es. ossessioni di essere contaminati e compulsione di dover pulire;
- la simmetria, ossessioni di simmetria e compulsioni di ordine, conteggi e ripetizioni;
- I pensieri proibiti, ad es. immagini aggressive, sessuali o religiose.
È possibile manifestare sintomi in più di una delle dimensioni citate.
Le risposte emotive a tali contenuti vanno dall’ansia marcata fino agli attacchi di panico, con eventuale disgusto o angosciante senso di “incompletezza” o inquietudine.
Essendo presente una forte componente ansiogena, è evidente spesso un comportamento evitante per prevenire la manifestazione o l’accentuazione dei sintomi (ad es. evitare di toccare superfici per ridurre l’esposizione ad agenti virali o contaminanti).
Il disturbo ha una prevalenza intorno all’1-2% con una tendenza statistica maggiore per le donne ma con esordio più precoce per gli uomini. È un disturbo con forte comorbilità con Disturbo Depressivo Maggiore, disturbi d’ansia e tentativi di suicidio.
Tipi di Disturbi Ossessivo-Compulsivi
Disturbo di Dismorfismo Corporeo
Tale disturbo è caratterizzato da una specifica tipologia di ossessione, ossia la preoccupazione di avere uno o più difetti o imperfezioni nell’aspetto fisico non osservabile dagli altri o lieve rispetto alla percezione del soggetto.
Tale ossessione può implicare la messa in atto di comportamenti ripetitivi, alcuni esempi:
- stare allo specchio,
- curarsi eccessivamente dell’aspetto,
- stuzzicarsi la pelle,
- ricercare spesso rassicurazioni,
- confrontarsi con gli altri
Questi comportamenti vengono messi in atto in risposta alle preoccupazioni legate all’aspetto, causando disagio o interferendo con il funzionamento dell’individuo.
La preoccupazione non dev’essere giustificata da preoccupazioni legate al grasso corporeo o al peso i cui sintomi siano eventualmente da ricondurre ad un disturbo alimentare. Anche in questo caso è possibile avere una scarsa capacità di reale valutazione del difetto fisico percepito che può arrivare ad essere delirante (ad es. “Sono brutto” vs “Sono deforme”).
Molti individui arrivano al trattamento chirurgico o medico di altro tipo che possono condurre anche ad azioni legali verso i medici a causa dell’insoddisfazione al risultato estetico. È un disturbo che si associa per lo più a preoccupazioni legate ai genitali nel genere maschile e ad una maggior probabilità di comorbilità di disturbi alimentari nel genere femminile.
Disturbo da Accumulo
Tale disturbo è caratterizzato da ossessioni e preoccupazioni persistenti che implicano una difficoltà a gettare via o separarsi da beni materiali a prescindere dal loro valore reale.
Tale difficoltà è vissuta come un bisogno percepito di conservare gli oggetti per prevenire forme di disagio associate al gettarle via e spesso produce un accumulo che occupa gli spazi vitali del soggetto: se tali spazi risultano sgombri spesso è solo grazie a terze parti come familiari, addetti alle pulizie o autorità.
Il sintomo causa disagio clinico significativo o interferisce con il funzionamento del soggetto e non è spiegato da altri fattori medici, psichiatrici o farmacologici. Anche in questo caso è presente il rischio di convinzioni gravi fino alla sfera delirante. In più, il DSM-5 prevede uno specificatore noto come “con acquisizione eccessiva” per coloro che rientrano nella diagnosi ma che hanno anche eccessiva tendenza ad acquistare oggetti non necessari o per i quali non vi è spazio sufficiente.
L’elemento cruciale nel determinare il criterio A del quadro clinico è il termine “persistente” che indica una difficoltà di lunga data che porta solitamente ad un eccessivo ingombro, per evitare di sovrapporre la diagnosi erroneamente a casi di ingombro transitorio (ad es. aver ereditato dei beni).
Tra i motivi principali per giustificare tale difficoltà vi è l’utilità percepita, il valore estetico o il forte legame affettivo con i beni.
Alcuni individui si sentono responsabili di tali beni e fanno di tutto per evitare che vengano sprecati. Tra gli oggetti più frequenti vi sono:
- giornali,
- riviste,
- vestiti vecchi,
- borse,
- libri,
- posta,
- documenti.
L’accumulo dev’essere intenzionale per distinguere quei casi in cui vi è un passivo accumulo di oggetti (ad es. per altri disturbi mentali) o assenza di disagio quando vengono eliminati.
Il sintomo dev’essere in grado di giustificare l’eccessivo ingombro di spazi vitali (ad es. non poter essere in grado di cucinare in cucina, dormire nel proprio letto o sedersi).
Allo stesso modo, la definizione riguarda solo gli spazi “vitali” per evitare la sovrapposizione di quei casi in cui c’è ingombro in spazi secondari (ad es. garage o cantine).
Tecnicamente per ingombro si intende un ampio gruppo di oggetti, talvolta non collegati tra loro, ammucchiati in modo disorganizzato in spazi progettati ad altro scopo (ad es. un tavolo). L’ingombro deve riguardare gli spazi vitali necessariamente e talvolta conduce a rischi maggiori quali elettrodomestici rotti (a causa dell’impossibile accesso per riparazioni o pulizie) con rischi di incendi, caduta o scarsa igiene, problemi di conflitti con il vicinato o procedimenti legali di sfratto.
Tricotillomania (Disturbo da Strappamento di Peli)
La tricotillomania è un disturbo caratterizzato da ricorrenti strappi di capelli o peli, che può portare alla loro perdita. Chi ne soffre tenta ripetutamente di ridurre o interrompere questo comportamento, che causa disagio o limita il funzionamento del soggetto, senza che vi siano giustificazioni mediche, psichiatriche o farmacologiche.
Il sintomo può riguardare qualunque area del corpo, ma è solitamente focalizzato su cuoio capelluto, sopracciglia e ciglia. Il termine disagio in questo caso fa riferimento ad un elemento cruciale per la diagnosi in quanto tale comportamento conduce talvolta a forte imbarazzo, vergogna o sensazione di perdita di controllo per il soggetto o ad una compromissione di funzionamento sociale, lavorativo o scolastico. È un disturbo che è maggiormente presente nel genere femminile (probabilmente riconducibile agli atteggiamenti culturali riguardo l’aspetto anche), associata in casi più gravi anche a danni irreversibili e rare conseguenze mediche (ad es. danni muscoloscheletrici, lesioni o dolori, nausea, vomito, ostruzioni intestinali da ingerimento di capelli o peli etc.) Vi è talvolta comorbilità con il Disturbo da Escoriazione (o stuzzicamento della pelle).
Disturbo da Escoriazione (Stuzzicamento della Pelle)
Il Disturbo da Escoriazione (Stuzzicamento della Pelle) è caratterizzato da un ricorrente stuzzicamento della pelle che provoca lesioni cutanee. Le persone affette da questo disturbo tentano ripetutamente di ridurre o interrompere tale comportamento, che causa loro disagio o limita il loro funzionamento quotidiano. Questo disturbo non è dovuto a fattori medici, mentali o farmacologici.
Le aree più colpite sono il volto, le braccia e le mani. Il comportamento di stuzzicamento può avvenire con l’uso di unghie, pinzette, spilli o attraverso sfregamenti, spremiture, punture o morsi sulla pelle, impegnando notevole tempo, spesso diverse ore al giorno. Questo porta a imbarazzo, vergogna e una sensazione di perdita di controllo.
Il comportamento compulsivo è spesso preceduto o accompagnato da vari stati emotivi, come ansia o noia, e solitamente non è accompagnato da dolore fisico.
Disturbi Ossessivo-compulsivi e correlati Indotti da Sostanze/Farmaci o da Altra Condizione Medica
I Disturbi Ossessivo-compulsivi e correlati Indotti da Sostanze/Farmaci o da Altra Condizione Medica si riferiscono a quadri clinici simili a quelli già menzionati, ma con una causa farmacologica. Dall’anamnesi, dall’esame fisico o da test di laboratorio, risulta evidente che vi sia stata (o vi sia) un’intossicazione o un’astinenza da sostanze o farmaci, anche al di fuori della fase di delirium durante l’astinenza. In questi casi, viene specificato il farmaco o la sostanza che ha indotto la sintomatologia.
Analogamente, questi disturbi possono avere una causa di origine medica, ovvero una natura patofisiologica legata a un problema medico e non mentale, specificando il tipo di sintomo associato.
Disturbi Ossessivo-compulsivi e correlati Con Altra Specificazione o Senza Altra Specificazione
Il riferimento clinico ai Disturbi Ossessivo-compulsivi e correlati Con Altra Specificazione o Senza Altra Specificazione viene utilizzato per quei disturbi ossessivo-compulsivi che non rientrano in una categoria più specifica ma che interferiscono comunque con il funzionamento del soggetto o causano disagio clinico, senza rientrare pienamente in uno dei quadri clinici sopra menzionati.
Esempi di manifestazione Con Altra Specificazione sono:
- “Simile al dismorfismo corporeo ma con difetto reale”: in questi casi, i difetti fisici percepiti non sono lievi bensì evidenti e osservabili, ma la preoccupazione (ossessione) resta eccessiva e sproporzionata rispetto al difetto in sé.
- “Gelosia Patologica”: caratterizzata da una preoccupazione non delirante rispetto alla percepita infedeltà del partner, che conduce a compulsioni causando disagio o limitando il funzionamento del soggetto.
- “Koro”: prevede un episodio di improvvisa e intensa ansia che il pene (o la vulva o i capezzoli) si ritirino all’interno del corpo, portando probabilmente alla morte.
Infine, la dicitura “Senza Altra Specificazione” è usata per quei casi in cui si sceglie di non specificare la ragione per cui i criteri di un disturbo ossessivo-compulsivo non sono soddisfatti e comprende le manifestazioni di sintomi con informazioni insufficienti per una diagnosi più chiara e specifica.
Trattamento e Cura del Disturbo Ossessivo-Compulsivo e Disturbi Correlati
La psicoterapia ad approccio cognitivo-comportamentale è uno dei trattamenti più indicati per questi quadri clinici. Questo approccio utilizza una tecnica nota come esposizione e prevenzione della risposta, che ha dimostrato alti livelli di efficacia. La tecnica prevede l’esposizione allo stimolo ansiogeno, basandosi sul fatto che ansia e disgusto tendono a diminuire spontaneamente dopo un lungo contatto con lo stimolo stesso. L’esposizione viene ripetuta in modo graduale e tollerabile per il paziente.
Per rendere tale tecnica più efficace, è necessario che all’esposizione sia affiancata anche la prevenzione della risposta. Ciò implica sospendere o rimandare gli abituali rituali di compulsione associati, aspettando che l’ansia o il disagio svaniscano spontaneamente. A livello cognitivo, questo approccio cerca di modificare processi di pensiero automatici e disfunzionali, agendo direttamente sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituisce la fonte di disagio clinico associato al sintomo.
Al trattamento di questo tipo può essere eventualmente accompagnata una cura farmacologica.
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Se ti riconosci in uno di questi casi, è importante contattare un professionista per ricevere l’aiuto e il supporto necessario. Puoi contattarmi direttamente per maggiori informazioni e per iniziare un percorso di trattamento personalizzato.