Capire il bullo: cosa si nasconde dietro l’aggressività

da | Mag 24, 2025 | Psicologo

Quando parliamo di bullismo, spesso ci concentriamo sulle vittime, dimenticando chi sta dall’altra parte. Ma chi è davvero il “bullo”? Cosa lo spinge a comportarsi in modo aggressivo, umiliante, distruttivo verso gli altri? Questo articolo esplora la psicologia del bullo per aiutare genitori, insegnanti e professionisti a capire meglio come intervenire.

Chi è il “bullo”? Oltre l’etichetta

Il termine “bullo” rischia di ridurre un comportamento complesso a un’identità fissa. In realtà, il bullismo è un comportamento, non una condanna. Può manifestarsi già nella scuola primaria, ma non tutti i bambini aggressivi diventeranno bulli cronici.

Il bullo spesso assume questo ruolo per ottenere potere, attenzione o rispetto. Ma dietro questa facciata si celano fragilità profonde, a volte invisibili.

Le cause del comportamento da bullo

Incertezza e bisogno di controllo

Molti bulli agiscono per mascherare una profonda insicurezza. Sentirsi forti agli occhi degli altri è un modo per nascondere la propria vulnerabilità.

Modelli educativi disfunzionali

Un bambino può imparare l’aggressività osservandola a casa, tra adulti, oppure essere cresciuto in un contesto di ipercritica, punizioni rigide o assenza di confini. In questi casi, il bullismo può diventare un modo per affermarsi o chiedere attenzione.

Vissuti traumatici o esperienze di esclusione

In alcuni casi, il bullo è stato egli stesso vittima: di trascuratezza, abusi, esclusione. Il comportamento aggressivo diventa un meccanismo di difesa, una barriera contro il dolore.

Il bullo soffre? Il legame tra disagio e aggressività

Dietro la rabbia e il controllo c’è spesso un bisogno urgente: sentirsi visti, considerati, amati. Il bullo prova spesso una profonda frustrazione, non sa gestire le emozioni e usa la prevaricazione come linguaggio.

Il problema è che questo comportamento viene rinforzato se porta “vantaggi” (popolarità, rispetto, paura altrui). Il cambiamento è possibile solo se si intercetta il disagio alla radice.

Come intervenire con un bambino che fa il bullo

Il ruolo dei genitori

  • Non colpevolizzare, ma interrogarsi: “Cosa sta cercando di comunicarci mio figlio?”
  • Osservare i contesti in cui emerge l’aggressività (scuola, casa, gruppo sportivo)
  • Offrire regole chiare ma affettuose, lavorando sulla regolazione emotiva
  • Trovare uno psicologo infantile che accompagni il bambino e la famiglia

Il ruolo degli insegnanti

  • Evitare umiliazioni pubbliche e punizioni eccessive
  • Agire con coerenza, chiarezza, autorevolezza
  • Lavorare sull’intero gruppo classe, non solo sul singolo
  • Introdurre momenti di educazione emotiva, peer education e mediazione dei conflitti

Il ruolo dello psicologo

  • Aiutare il bambino a dare un nome alle emozioni e a esprimerle diversamente
  • Analizzare i modelli relazionali e il contesto
  • Coinvolgere genitori e insegnanti in un lavoro sistemico
  • Favorire percorsi di consapevolezza e responsabilità

Il cambiamento è possibile

Molti bambini aggressivi possono trasformare i loro comportamenti se trovano adulti capaci di ascoltarli e di contenere il loro disagio. Il cambiamento richiede tempo, costanza e una rete che lavori insieme.

Nel nostro articolo sul bullismo nelle scuole trovi strumenti per riconoscere e prevenire il problema. Se invece vuoi lavorare sull’autostima, guarda anche questo approfondimento.

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Autore

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