Bonding prenatale: tecniche per rafforzare il legame con il tuo bambino prima della nascita

da | Giu 5, 2024 | Psicologia

Il termine “bonding” è stato coniato recentemente, nel 1982, e riassume questo processo indispensabile, quel legame profondo, specifico e duraturo che permette a una persona di allattare, cullare, giocare proteggerlo. Come tutti i processi umani, il bonding è un processo complesso e articolato, ricco di variabili, condizionato dall’ambiente, dalle caratteristiche personali, dal tipo di nascita e dalla salute della madre o del bambino. È possibile influenzare il bonding, facilitandolo o ostacolandolo: il modo più semplice per creare un legame tra genitori e bambino è quello di mettere il neonato tra le braccia della madre, pelle a pelle, entro due ore dalla nascita, senza alcuna separazione.

Il primo contatto: fondamento del legame

Nei primi 60 minuti dopo la nascita, il neonato si trova in uno stato di veglia silenziosa: apre gli occhi, guarda i genitori, ascolta la loro voce e cerca il seno della madre. In questa fase il piccolo è attento e consapevole di ciò che lo circonda: è il momento del primo e importantissimo contatto con il mondo: per questi motivi non bisogna che queste percezioni avvengano attraverso estranei, in luoghi diversi dal corpo della madre, dalla sua voce e dal suo odore.

Tecniche di bonding

Bonding prenatale e postnatale

Spesso pensiamo al bonding come a una scintilla che si accende in un momento specifico, a volte può funzionare così, ma non sempre: la creazione di questo legame è un processo che può iniziare anche durante la gravidanza e continuare nelle prime settimane. Vediamo insieme alcune tra le tecniche più usate.

  1. Entrare da subito, pelle a pelle, in contatto con il neonato

Se non sorgono problemi durante il parto, il contatto pelle a pelle nelle prime due ore dopo la

nascita è una delle tecniche più valide per incoraggiare e promuovere il legame. Il neonato ha un senso del tattile molto sviluppato e questo contatto stimola positivamente tutti i suoi recettori e gli permette di familiarizzare con l’odore della mamma e riconoscere la sua voce. Non dimentichiamo l’importanza della vista. Posizionare il neonato sul petto e notare come i suoi occhi saranno spalancati: il neonato è in uno stato noto come “veglia attiva”, ed è questo il momento ideale per iniziare a costruire una relazione con lui. Ma questo non vale solo per i primi momenti dopo la nascita: guardarsi negli occhi, conoscersi, sintonizzarsi e capirsi in ogni momento della giornata nella nuova vita.

  1. Iniziare a socializzare con il bambino quando è ancora nella pancia

Parlare, cantare, accarezzare la pancia mentre si muove: sono tutte azioni che trasmettono al bambino la sensazione che la mamma è lì, pronto ad aspettarlo.

  1. Non aver paura di viziarlo

Sono in molti a consigliare alle neo-mamme e ai neo-papà di non accarezzare troppo il neonato, per non viziarlo. In realtà interagire con il neonato, rispondere ai suoi bisogni con abbracci e coccole, non significa viziarlo, ma accettarlo e farlo sentire al sicuro: questo non solo rafforza il legame, ma getta anche le basi per costruire un rapporto duraturo basato sulla fiducia.

  1. Risposta ai bisogni

Rispondere ai pianti del neonato è fondamentale per comunicare sicurezza e conforto, soddisfacendo le sue esigenze immediate.

Se ha fame, freddo, mal di pancia o altro, il neonato userà un unico canale comunicativo: il piano. Ecco perché il pianto va sempre accolto e confortato, a seconda dei bisogni: latte, cambio del pannolino, essere preso in braccio. Non dimentichiamo che il feto nella pancia era abituato a un movimento costante: ecco perché ai neonati piace essere cullati e portati in braccio.

  1. Inclusione del padre nel bonding

Si parla sempre di attaccamento riferito alla coppia madre-bambino, ma anche i padri possono essere coinvolti perché stabilire un forte legame tra padre e figlio è importante per lo sviluppo del bambino e il benessere della famiglia. Escludendo l’allattamento al seno, i neopapà possono fare tutto ciò che le madri fanno per rafforzare il legame con il loro bambino: prendersi cura dei suoi bisogni, prenderlo in braccio, accarezzarlo, parlare, cantare portarlo a passeggio. Così non solo si rafforza un legame, ma si permette alla mamma di avere dei momenti di riposo per sé stessa.

Comunicazione madre-feto: fondamenti del legame prenatale

Esistono diversi modi di comunicare con il feto durante la gravidanza. Possiamo stimolare le sue reazioni e allo stesso tempo comprendere i messaggi che ci invia. È una relazione fatta di continue scoperte sorprendenti, che costituiranno la base del legame che si svilupperà dopo la nascita; stimoliamo le capacità sensoriali del feto e acceleriamo la sua maturazione. 

Ma quando inizia la comunicazione madre-bambino? Possiamo dire che inizia quando la donna scopre di essere incinta. Possiamo distinguere due tipologie di comunicazione.

La comunicazione tattile

La comunicazione tattile consiste nel prendere contatto con il bambino attraverso il tatto e può essere praticata a partire dal quarto/quinto mese di gravidanza, quando si iniziano a percepire i movimenti del bambino che può sentire il contatto amorevole del grembo materno, riceve soddisfazione e autoaffermazione, che contribuiscono a costruire la sua sicurezza emotiva e affettiva.

La comunicazione uditiva

Il bambino è in grado di ricordare alcuni dei suoni uditi durante la sua vita nella pancia come il battito cardiaco, ma anche la voce della madre e del padre e persino alcune fiabe. 

Per una madre che vuole instaurare una relazione con il proprio figlio in età così precoce, è molto importante parlargli; in questo modo svolge diverse funzioni: 

  • attira la sua attenzione, 
  • lo abitua alla sua voce,
  • gli fa capire quanto lo aspetta.

Inoltre, parlandogli, la madre inizia già ad abituarsi al fatto che il figlio è parte di lei e anche un altro essere indipendente da lei.

Conclusioni

Aspettare un bambino e assistere al suo sviluppo è un’esperienza ricca di emozioni anche contrastanti: non esiste un modo giusto di portare avanti una gravidanza e ogni coppia dovrebbe farlo in base alle proprie caratteristiche, alla propria personalità e ai propri bisogni. 

Ci deve essere il desiderio di avere il bambino che si porta in grembo; il coinvolgimento della coppia con il padre, che è presente e attento; lo spazio mentale, l’investimento emotivo.

Tutto questo porterà i suoi benefici: l’attaccamento tra il bambino e i genitori e una nuova vita che inizia con un sentimento di accoglienza e amore.

Hai domande specifiche o vuoi discutere delle tue esperienze? Puoi contattami per una consulenza perinatale. Sono qui per supportarti nel tuo viaggio verso il bonding con il tuo bambino.

Autore

Sono Alessandra, psicologa clinica, mi occupo di sostenere le donne nel viaggio delicato della maternità, sostengo l’autostima come mamma ma anche come donna e compagna. Lavoriamo insieme attraverso colloqui e/o percorsi di libroterapia singoli o di gruppo. Ho una solida formazione sulla conduzione del colloquio clinico e, in particolare, sulla psicologia della famiglia. Mi rivolgo alle mamme che si sentono preoccupate, insicure nei loro ruoli, stressate per l’intenso carico mentale ed emotivo. Sentirsi così è normale, soprattutto i primi tempi quando ancora la coppia ha bisogno di ristabilire nuovi equilibri; se ti senti molto stressata, se fai fatica a riconoscerti, se ti senti spesso triste e arrabbiata, forse è il momento di contattarmi. Ti aiuterò a ri-trovare la tua serenità.