I benefici della psicoterapia. Spiegati così, senza troppi paroloni

da | Apr 24, 2025 | Psicologia

Una premessa personale

Parto da una premessa, cara lettrice o caro lettore. Chi scrive è un 53enne che vive di “pane e psicologia” sin dalla più tenera età. Poi a 17 anni quel “pane” è diventato “dessert”, comprando un libro di un certo Sigmund Freud. E come si può rinunciare ai dolci? Da quel momento iniziai un lungo cammino in questa materia (la psicologia. Il pane non l’ho mai smesso di mangiarlo, come del resto la pizza, sua vicina parente) che dura tuttora.
Prima come studente, poi come paziente-analizzato, poi come psicologo clinico, sociale e quindi psicoterapeuta.

Paziente-analizzato? Ecco cosa vuol dire davvero

Paziente-analizzato: ipotizzo che molti di voi vogliano sapere meglio. Sono stato internato? Ho preso farmaci? Ho avuto qualche crisi? Un po’ di sana curiosità male non fa, dai.

Premetto che nel decennio 1990-2000 (m’iscrissi a Psicologia a Padova nel settembre del 1992) era opinione diffusa tra i professori di iniziare una psicoterapia ai futuri psicologi prima di iniziare ad esercitare, in modo da poter comprendere meglio sé stessi e quindi le reazioni coi pazienti.
Cosa che feci. Per 5 anni.

Il mio percorso personale con la psicoterapia

Col tempo imparai a capire meglio i miei tormenti. E scoprii che si trattava di ansia e delle sue molteplici manifestazioni.
Col tempo imparai a conviverci. Sì, anche ora.
Col tempo imparai che gli psicofarmaci possono calmarti sul momento, ma non risolvono la causa che scatena quel malessere.
Col tempo imparai poi a mettere in pratica quelle nozioni che avevo studiato quando davo gli esami all’Università.
Col tempo imparai che c’è un abisso tra la parte studiata e la parte pratica.

Psicoterapia o supporto psicologico? Facciamo chiarezza

Arrivo al sodo: si parla tanto di pro e contro di iniziare un percorso di psicoterapia o di sostegno psicologico.
Ma cosa vuol dire, in termini pratici, concreti?
(Spoiler: no, non è tutto “sedersi e parlare”.)

Tanto per iniziare, la prima distinzione è puramente burocratica.
Psicoterapia la puoi fare solo se sei abilitato a farla (grazie a 4 anni di una Scuola post-laurea riconosciuta dal Ministero. E per entrarci devi essere già Medico oppure Psicologo).
Il sostegno o il supporto psicologico li puoi fare anche se sei solo Psicologo – o Psicologa. Cioè esser iscritti all’Ordine Nazionale degli Psicologi.
Cioè tutti devono risalire alla tua identità e sapere che hai davvero completato tutti gli studi necessari per esercitare.
Perché di ciarlatani e persone che si spacciano come -cologi o -cologhe ce ne sono – ahimè – ancora tanti.

Ma in pratica… cosa succede in una seduta?

Se col sostegno o supporto psicologico il professionista si mette accanto a voi e vi ascolta, vi dà dei suggerimenti e via dicendo, nella psicoterapia si “va più a fondo nella questione” e siamo preparati anche a gestire episodi acuti di malessere.
(Non possiamo dare consigli o metterci al posto vostro. I consigli li lasciamo agli amici o ai familiari. Noi siamo professionisti. Abbiamo un ruolo diverso.)

Perché quando si entra nella stanza del terapeuta – anche online, sia chiaro. Non dobbiamo necessariamente mettere piede (fisico) nello studio del professionista – potrebbe succedere che, rivivendo il passato coi nostri racconti, potremo stare male.
Piangere.
Tremare.
Avere il respiro irregolare.
Sudare.
E piangere ancora.

Quando il passato bussa

Perché così il passato torna a galla. Emozioni che davamo per sopite ora ci rendiamo conto che sono state solo nascoste. Ma non sono mai sparite.
Ci sentiremo deboli, fragili.
Per qualche istante dimenticheremo di avere venti, trenta, cinquanta, sessant’anni.
Potremo sentire come se fosse ieri la voce di nostra mamma e i rimproveri di nostro padre. Oramai morti da anni.
Ma vivi, eterni, immortali, nei nostri ricordi.

Il corpo non dimentica

Il corpo si farà complice di quei ricordi.
Potremo sentire la carezza di nostra nonna sulle spalle, tremare quel muscolo della gamba dove ricevemmo una forte contusione quando eravamo adolescenti scapestrati.
Ma non saremo soli in quegli istanti.

Non sei solo. E non lo sarai.

Ci sarà una donna od un uomo che ci ascolta. Ci accoglie. Abbassa gli occhi quando li abbassiamo noi. Annuisce quando lo facciamo noi, o ci anticipa.Finisce quelle frasi che stavamo dicendo. Ci fa la domanda che ci serviva in quell’istante. Ci tranquillizza. Non ci fa sentire diversi.

Potrebbe succedere che ci chiama, e ci riporta qua. Nel 2025.

Condivideremo con quell’estraneo (o estranea, fino a quel momento), tanti silenzi.
Oltre che dolori.
Oltre che gioie.
Oltre ad una sensazione non spiegabile di benessere che c’invade.

È magia? No, è concretezza.

Dopo esser stati male, fisicamente e psicologicamente male.
Ecco l’incanto e la magia della psicoterapia.
Che alla fine di magico ha ben poco.
C’è tanta concretezza.

La concretezza dell’incontro. Del non sentirsi soli, ma accolti.

Il terapeuta non è…

Al terapeuta possiamo depositare in lui gli incubi già terrifici, le parole che non hanno mai visto luce da che sono comparse alla nostra coscienza.

Possiamo dirgli le nostre vigliaccherie, le vergogne provate, confidare emozioni neonate fatte di timori ma anche di piccoli gesti di felicità.

Ci sentiremo liberi di sfogarci, e di poter parlare per un’ora intera.
Cosa che non facciamo mai quando siamo a casa.

Il terapeuta sarà lì. Che ci accoglie.
Che rac-coglie ogni nostra parola, ogni nostra espressione, respiro, movimento.
Accoglie in lui (o in lei) ogni singolo attimo che vorremo donargli.

Non è un sacerdote: non siamo lì per perdonare o per far provare sensi di colpa.
Non è un amico: non ci conoscete. Vi potrete fare un’idea di ciò che siamo, ma non corrisponderebbe alla realtà.

Non è vostro padre, né vostra madre: ma potremo in qualche momento starvi comunque vicini.

Non è un flirt: se finissimo a letto assieme saremo irresponsabili. La terapia si concluderebbe lì.
Per ragioni da descrivere che risulterebbero essere troppo noiose da riportare in questo articolo.

Tutto qua?

Sì.

Perché – rubando parole che non sono mie – “…l’essenziale è invisibile agli occhi.”

I benefici si vivono. Nella, dentro la propria pelle, nell’animo.Ci sentiremo diversi.

Riprenderemo dipinti lasciati a metà o mai finiti (questo pensiero la dedico ad una mia assistita).

Ci iscriveremo in palestra (anche questo, altra assistita).

Guarderemo il mondo in modo un pochino diverso. Meno doloroso.

Troveremo quella soluzione a quel problema che non credevamo esistesse davvero.

Val la pena.
Almeno provare…

Vuoi approfondire?

Se ti sei ritrovata o ritrovato in queste righe e senti che è arrivato il momento di iniziare un percorso, puoi visitare il mio profilo su Psicologo Vicino

Ti accoglierò volentieri, senza giudizio. Solo ascolto.

Autore

Psicologo clinico e psicoterapeuta dal 2004, di indirizzo teorico psicodinamico (Freud) e fenomenologico (Galimberti, Borgna). Mi sono formato all'Università degli Studi di Padova, città dove ho conseguito anche la specializzazione e l'abilitazione alla psicoterapia nell'Istituto fondato dal compianto Prof. GM Ferlini, già direttore di diverse cliniche psichiatriche e docente stesso all'Università di Padova nonché luminare della psicoterapia fenomenologica in Italia e all'estero. Mi sono specializzato nel disturbo Borderline di personalità e nel corso degli anni mi sono occupato di psicologia dell'emergenza e psicotraumatologia, disturbi dell'umore, trattamento dell'ansia e degli attacchi di panico e dei disturbi di personalità di vario tipo. Mi occupo di orientamento professionale e di formazione aziendale - tengo regolarmente corsi sulla comunicazione e sulla sicurezza sul lavoro. Inoltre nel 2022 sono uno psicoterapeuta certificato di 2°livello EMDR. Ricevo prevalentemente online. Su richiesta sul paziente anche in studio: al lunedì pomeriggio e al mercoledì mattina presso lo studio medico "De Besi", sito ad Albignasego, vicino a Padova. Offro anche psicoterapia a domicilio. La tariffa varia in base alla disponibilità del paziente e al tipo di terapia attuata. Resto a disposizione 6 giorni su 7 (tutti i giorni tranne la domenica) per un primo contatto conoscitivo, anche via WhatsApp.