Ansia da Prestazione e Sesso 

da | Giu 5, 2024 | Psicologia

Nella società odierna i riferimenti alla sessualità tendono a colorare molte delle decisioni quotidiane a cui  siamo sottoposti; ma d’altronde è sempre stato così o è qualcosa in cui ci siamo ritrovati dall’oggi al domani?  Lo stesso Oscar Wilde diceva che

Tutto nel mondo è sesso, tranne il sesso. Il sesso è potere.

I riferimenti alla sessualità hanno sempre costituito una parte importante nelle vite delle persone e tali  riferimenti possono essere ricercati nelle forme più spudoratamente commerciali del marketing a quelle più  poetiche, romantiche ed anticapitalistiche, quali letteratura ed arte. 

Viene dunque da chiedersi come mai talvolta la sessualità possa risultare così difficile, complessa o persino  dolorosa in certi casi se siamo così influenzati da essa nella nostra natura intrinseca e nella nostra cultura  estrinseca. 

Cos’è l’ansia da prestazione?

La risposta a questa domanda richiede probabilmente un discorso più ampio ed una premessa teorico filosofica allo storico dibattito tra natura vs cultura. Tuttavia, uno dei fattori principali a causa di difficoltà o  forme di disagio legate alla sessualità, presenti in tutta la popolazione generale, sembra essere l’ansia da  prestazione.  

L’ansia da prestazione (SPA) è una condizione ansiogena non riconosciuta come quadro clinico  psicopatologico dai principali manuali diagnostici ad oggi in uso nella pratica clinica. Uno dei motivi per cui  tale quadro clinico è assente nella classificazione ufficiale è che, essendo qualitativamente una modalità  fenomenologica di manifestazione dell’ansia, essa non è necessariamente patologica o problematica. 

L’ansia è un meccanismo fisiologico ed emotivo che consente di attivare l’individuo in una determinata  situazione sollecitando un maggior grado di concentrazione o impegno nel compito da eseguire. Pertanto è  finalizzata al conseguimento di un obiettivo specifico. Tuttavia, talvolta può risultare eccessiva ed interferire  con il raggiungimento dello scopo, risultando dannosa

L’ansia da prestazione viene più comunemente definita come un tipo di ansia eccessiva o sproporzionata  all’interno di una cornice in cui è richiesto di eseguire una certa performance. Quando ci troviamo all’interno  di una situazione analoga, il nostro cervello tende ad anticipare quello che potrebbe succedere (nell’illusorio  tentativo di prevenire esiti catastrofici o particolarmente drammatici). 

Quali sono i sintomi?

In risposta a questo processo cognitivo possono comparire dei sintomi psichici e/o fisiologici; sono comuni  ad esempio

  • stress,
  • irritabilità,
  • ideazione negativa (sentirsi inadeguati),
  • tensione muscolare e/o aumento del  battito cardiaco etc.

Sul piano sessuale questo processo cognitivo genera un auto-monitoraggio del rapporto  sessuale o dell’attività sessuale che si sta eseguendo (o si è in procinto di eseguire) determinando quello che  viene chiamato spectatoring e che risulta spesso causa di disfunzioni sessuali quali ad es. eiaculazione  precoce, disfunzione erettile o dolore genito-pelvico da penetrazione (Pyke R., 2020; Zamboni B., 2015). 

Nelle parole della scrittrice statunitense Erica Jong:

Il sesso è tutto nella testa. Battiti del polso e secrezioni  non hanno a che fare col sesso. È per questo che tutti i best-seller sul sesso non valgono nulla. Insegnano alla  gente a fare l’amore con i genitali e non con la testa.

Trattamenti e rimedi 

La letteratura scientifica riporta una notevole efficacia di diverse fonti di trattamenti sia di natura  farmacologica che di natura psicologica (Pike R., 2020), quali l’uso di specifiche categorie di farmaci che  possano potenziare il fenomeno di tumescenza e/o la lubrificazione ed in particolare l’uso di specifiche tecniche terapeutiche di natura cognitiva e comportamentale (CBT).  

La terapia cognitivo-comportamentale è un insieme di tecniche considerate a livello internazionale uno dei  trattamenti più affidabili ed efficaci per una notevole mole di disturbi psicopatologici in generale. Più nello  specifico, tra le varie tecniche di cui essa può godere vi è un approccio elettivo nel trattamento delle  disfunzioni sessuali: la Terapia Mansionale Integrata (TMI). 

La Terapia Mansionale Integrata

La TMI basa la sua efficacia sull’uso di esercizi di tipo comportamentale, basandosi sui presupposti di ricerca  di Masters e Johnson (1970) e di Kaplan (1987) che ancora oggi sembrano godere di efficacia e validità nella  comunità scientifica. 

Tra le principali categorie di trattamento rientrano: i disturbi del desiderio sessuale, dell’eccitamento  sessuale, dell’orgasmo e da dolore sessuale.

Tali difficoltà possono essere presenti fin dall’inizio dell’attività  sessuale o comparire in seguito e possono essere presenti in tutti i contesti o in uno o più contesti specifici,  variando nella loro frequenza ed intensità. 

La TMI è una terapia breve che è mirata ad uno scopo specifico: migliorare l’intimità dei partner tramite un  approccio di lavoro basato sull’esposizione alle emozioni associate all’attività sessuale ed una parte educativa  (in termini di funzionamento psichico e fisiologico).

Il trattamento viene adoperato tramite specifiche  mansioni (di coppia o individuali) che mirano a migliorare la consapevolezza del paziente o dei membri della  coppia allo scopo di rendere più semplice identificare i fattori di causa e mantenimento della difficoltà  sessuale che viene sperimentata, agevolando così un processo di cambiamento ed un miglioramento del  benessere psicofisico e sessuale. 

Orientarsi verso una soluzione 

Qualora si dovessero manifestare una o più delle difficoltà sessuali qui menzionate è opportuno considerare  alcune piccole indicazioni su cosa fare per saperne di più e provare a risolvere il problema: 

  1. Parlare con un professionista. Parlare con un professionista della salute psicologica può aiutare ad  identificare la problematica e fornire una restituzione in modo chiaro, senza forme di ambiguità al riguardo,  aiutando a chiarire non solo il potenziale trattamento da seguire ma fornendo indicazioni sull’eziologia e il  decorso clinico di tale sintomatologia. 
  2. Accertamenti sul piano organico e medico. Consultare un medico specialista può aiutare a risolvere dubbi  riguardo il corretto funzionamento del proprio corpo.

    Le patologie cliniche di natura organica che possono  interferire con un sano e sereno funzionamento sessuale sono molte e varie (neurologiche, vascolari,  ormonali), a seconda dell’intensità e del grado di interferenza che possono produrre.

    Consultare un medico  può aiutare a restringere tale aspetto ed eventualmente escludere del tutto una causa di natura organica,  rimandando ad una causa di natura psicogena.
  3. Evitare di applicare soluzioni “fai da te”. Evitate di apportare delle soluzioni “domestiche” o di ricorrere  all’uso di farmaci senza l’approvazione medica o di modalità alternative di attività sessuale e/o  masturbatoria, soprattutto qualora doveste avere dei dubbi al riguardo.

    La cosa più saggia da fare è  consultare un professionista che possa orientarvi, fornirvi maggiori informazioni e/o proporvi un eventuale  trattamento, se necessario. 

Conclusione 

Le disfunzioni sessuali sono tra le principali manifestazioni cliniche del DSM-5 nella popolazione generale  (circa 1 milione di uomini e 2.5 milioni di donne soffrono di disturbi del desiderio sessuale; circa il 10-12% di  uomini e donne soffre rispettivamente di disfunzione erettile e dolore in penetrazione vaginale).

L’ansia da prestazione è una delle maggiori causi di disagio percepito nei contesti di attività sessuale e può  manifestarsi in diverse modalità. Se sporadica o altamente occasionale non è necessariamente un elemento di disturbo ma se ritenuta fonte di disagio può essere comunque affrontata con l’aiuto di un professionista  sessuologo. 

Fonti 

– Pyke R., Sexual Performance Anxiety, 2020 
https://doi.org/10.1016/j.sxmr.2019.07.001

– Zamboni D., Performance Anxiety, 2015 
https://doi.org/10.1002/9781118896877.wbiehs342

Autore

Sono uno Psicologo esperto in Psicologia Clinica e Sessuologia Clinica (es. Disfunzioni Sessuali, Terapia di Coppia, Identità di Genere e Orientamento Sessuale.). Nel mio percorso di formazione ho conseguito la Laurea Magistrale presso l'Università degli Studi di Firenze in Psicologia Clinica e della Salute e ottenuto la qualifica di Sessuologo tramite il Master di II Livello in Sessuologia Clinica e Consulenza della Sessualità Tipica e Atipica.